top of page
  • Immagine del redattoreCaffè Italia Radio

Cos'é l'intelligenza emotiva? Ve ne parlo il venerdì in "Siamo fatti così"

a cura di Tania Cariani


Ragione ed emozione. Due impulsi che a volte spingono in direzioni opposte lasciandoci in preda al tormento e all’incertezza: seguire la logica o andare “là dove ci porta il cuore”?

Altre volte uno prevale sull’altro e non sempre quello che vince ci fa fare la scelta migliore, con il tempo ce ne accorgiamo.

Il punto è la modalità dicotomica a cui ci siamo abituati e che ultimamente ha trovato massime espressioni nei PRO o CONTRO su svariati temi.

E’ tempo che l’essere umano si evolva da questa modalità che porta solo allo stallo.

Se parliamo di emozioni, quelle che condividiamo con gli animali rabbia disgusto tristezza gioia paura, loro le sanno utilizzare meglio di noi perché le usano per quello che esattamente servono: scambio di informazioni per la sopravvivenza. Se parliamo di razionalità le IA che stiamo sviluppando sono in grado di elaborare dati molto meglio e più velocemente di noi.

L’essere umano è l’unico che può veramente mettere insieme questi due aspetti perché siamo fatti così: il nostri cervello, la faccio semplice, è composto di una parte (limbico) dedicata alle emozioni e una parte (neocorteccia) dedicata al ragionamento e queste due parti comunicano tra loro!

Siamo noi che le teniamo separate permettendo il prevalere di una sull’altra.

Metterle insieme ha un nome: intelligenza emotiva.


L’intelligenza emotiva, di cui si inizia a parlare negli Stati Uniti a fine anni Novanta dai professori Peter Salovey e John D. Mayer, è arrivata anche in Italia grazie al suo più grande divulgatore, lo psicologo statunitense David Goleman. Esistono diverse definizioni anche abbastanza simili: quello che mi piace di più è quello in cui crede SixSeconds, il maggior network al mondo di studi e sviluppo dell’intelligenza emotiva:  le emozioni sono segnali valutabili che ci aiutano a sopravvivere e crescere. Nel momento in cui impariamo ad usarle, le emozioni ci aiutano a prendere decisioni più efficaci, connetterci con gli altri, trovare e seguire determinate strategie — e fare una vita più emotivamente consapevole. “intelligenza emotiva” significa semplicemente essere più brillante con i sentimenti. In altre parole, l’intelligenza emotiva permette di far dialogare il pensiero, cioè ciò che ci contraddistingue come esseri evoluti, con tutta la sfera delle emozioni che fanno parte di noi.


E’ importante fare questa precisazione: quando si parla di intelligenza emotiva ci si

concentra sempre sulla seconda parola scatenando razioni di vario genere. In realtà io punto l’attenzione sulla prima parola perché di fatto è UNA INTELLIGENZA.

Se spostiamo in questo modo la nostra attenzione trovo assurdo che la si possa ancora annoverare tra una cosa “di moda” o addirittura, come ho sentito dire “superata”.

A parte che non è mai stata raggiuta, gli ultimi dati sull’andamento dell’ IE nel mondo ne segnalano un abbassamento, ma come può un’intelligenza umana passare di moda?

Io penso che non solo non può essere una moda ma è anche l’unico modo in cui potremmo fare un ulteriore salto evolutivo distanziandoci dagli animali e non facendoci spaventare dai robot con IA.


L’intelligenza emotiva è innata, perché è il nostro stesso cervello a essere composto da tutte e due le parti. Tuttavia l’intelligenza emotiva va allenata: quando siamo bambini utilizziamo prevalentemente la parte emozionale, che è quella più istintuale; crescendo, cresce anche la parte di neocorteccia del nostro cervello che è la sede, semplificando, della nostra parte più cognitiva. Il punto è che ci viene insegnato che si deve ascoltare la parte cognitiva, mettendo un po’ a tacere le emozioni: lo studio, l’apprendimento, puntano allo sviluppo del pensiero, della razionalità. Il problema della nostra civiltà è che consideriamo le emozioni in maniera quasi estrema: o esaltandole come l’unica cosa che ci tiene “vivi” o reprimendole, in quanto segno di debolezza o perché considerate elemento di disturbo o distrazione per l’attività lavorativa (e che, pertanto, “vanno lasciate a casa”). Ma questo atteggiamento crea grossi problemi, perché noi siamo fatti di tutte e due le parti; allenare l’intelligenza emotiva significa andare incontro a qualcosa che fa parte della nostra natura. Non si tratta più di o/o, ma di e/e: non possiamo permetterci di privilegiare una sola parte.


Siamo fatti così! Conversazioni tra biologia e emozioni

Venerdì, ore 10 in streaming.





19 visualizzazioni0 commenti
Post: Blog2 Post
bottom of page